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      Vene sier Francesco Pasqualigo soracomito a tuor licentia, si parte questa note, va in Ancona a compir di armarsi.
     
      Vene Jacomo di Tarsia, era capitano di le fantarie a Pisa, et portoe lettere dei signori pisani di 18 a la Signoria di credenza, et referite erano pieni di lacrime, et per niun modo esser disposti darsi a' fiorentini, et voleno prima spianar la terra. Item, molti contestabili et soldati nostri rimanevano lì a servir pisani, mossi da compasion, et haveano in chiesia jurato non li abandonar, tra li altri Gorlim contestabile; et toleno danari da le chiesie per defendersi, et pocho manchò lui non fusse restato, ma auto el comandamento venisse qui era subito partito: conclude esser in suma inopia, et non haver da viver. Li fo risposto per li savii si expediria subito per Cypro.
     
      Da Pisa, di sier Piero Duodo proveditor, di 17. Come tutto quel populo era aflitto, et si preparavano con preposito di meter prima fuogo in Pisa che darsi soto fiorentini, et il forzo di le nostre zente e contestabili per compasiom sponte rimaneva lì a servirli, le botege non si apriva in le strade, et per le caxe si aldivano cridori grandissimi: vanno armadi pisani per la terra, hanno fato do stendardi con do imagine la Verzene Maria et S. Marco, et voleno drezarli in la terra fino el nostro signor Dio li ajuterà da qualche banda, sichè si trova in grande affano. Et ricevuto le lettere di 12 nostre, fè comandamento a Jacomo di Tarsia venisse qui, qual damatina si parte. Sier Domenego Malipiero proveditor era su le galie a la Foze stava preparato per partirse, et andar a Portovenere.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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