Viva, Viva.
     
      Chi mutar vole i stendardi,
      Per exemplo a Pisa guati.
      E convien per tempo o tardiCh'al fin siano abandonati,
      O come Pisa in preda datiPur che si trova el bajocho
      Viva, Viva.
     
      Viva, viva el gran marzochoChe già mai non verà mancho,
      Or ch'à abuto el foglio bianchoDal coglion San Marco alocho.
     
      1499, Mensis Marcii.
     
      Dil mexe di mazo 1499.
     
     
      [1499 05 01]A dì 1.° ditto. Vene sier Polo Capelo el cavalier va orator a Roma, al qual fu fato la ubligation per [665] la lettera di fede, et si parte sabado che sarà a dì 4 di questo; tolse licentia dal principe et collegio.
     
      Vene uno orator di Zara qual fo aldito contra quelli dil contà per caxon di certi molini, unde per la Signoria fo scrito a li rectori di Zara pro nunc non si fazi altro, ma si expedirà questa cossa poi.
     
      Vene l'orator di Rimano, e disse haver dal suo signor, come hessendo adatà le differentie dil conte Federico dil Monte, tra il ducha di Urbim et esso suo signor, per mezo di Zorzi Franco secretario nostro, et fo concluso usasse ditto suo castello. Qual andato esso conte fece impichar uno, et volendo Hironimo fiol suo venir a Rimano, fo asaltato e intervene morte; per tanto voria che la Signoria nostra scrivesse al nostro secretario conzasse iterum col prefato ducha di Urbim questo, overo el principe dicesse a l'orator di Urbim; è qui et che questa cossa intravene a dì 28 dil passato. Li fo risposto se consejerà.
     
      Vene domino Andrea di Martini prior di Hungaria di l'hordine di Jerosolimitani, e presentò do lettere dil gran maestro di Rodi drezate al principe e portate per uno cavalier, fra Matio, el qual va in Franza, è zorni 25 partì da Rodi, et 14 da Modom, et 10 da Corfù; è venuto con uno gripo e a Budoa rupe l'alboro, unde montò su una barcha a cinque remi, et era venuto qui.