Et poi in zifra dicono: come era stà tratà di la sententia di Pisa in casa dil cardinal Roam, et li consejeri regii à mormorato dicendo che essendo stà il ducha di Ferrara qui a Venecia, et domino Leonardo Bota è sospeto di secreta intelligentia. Item, che il re disse a li oratori quando tolseno licentia da soa majestà, havemo preparato danari, et la Signoria sa havemo le zente per l'impresa di Milan. Et per l'altra lettera di 26 a hore 4 di note: come havia ricevuto lettere per Zuam Vesiga corier, di 17, et andò dal re a ditto vilazo, qual si vestiva, li fè bona ciera, et havia auto lettere di sguizari in man, et li disse, è bone nove che sguizari 4000 erano andati verso Costanza, et li vene contra 12 milia di la terra, quali li rupeno et amazono 400, et prese 21 pezo di artilaria. Or l'orator li disse il sumario di le nove de' turchi, et quando fo a l'affondar di la nave a Constantinopoli, il re disse questo è bon persagio; poi disse, non è da dubitar di Rhodi perché è forte e munito, li mandemo do nave grosse, tra le qual la nave Loysa, carge di grano et artilarie, et el prior di Alvernia ch'è qui suo orator qual dice Rhodi è forte. Poi l'orator fo dal cardinal Roam qual à gran credito col re, et li comunichoe il tutto, el qual li disse haver di certo el signor Ludovico haver ditto l'acordo di Pisa è passato più per le sue man et non per quelle dil re, et fa poco caso etc. Et esso orator rispose che 'l ducha di Ferrara havia fato la sententia. Item, havia visità el ducha di Lorena, qual si racomandava a la Signoria, et li disse che suo cognado ducha di Celer era in hordine contra il re di romani.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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