Di Antivari, di sier Bernardim Loredam e sier Nicolò Dolfin, sindici intra culphum, di 6 e 7 april. [687] Rechiedeno di libri li sier Bernardo da Canal fo li podestà et li danari, qual spretis mandatis si partì.
     
      Referì sier Lorenzo Zustignam di la soa legation, e fo molto longo et tedioso. Come a dì 26 fevrer partì da Ravena, et fin 24 marzo fo sempre pioze e solum quatro zorni vete sol, siché nulla si potè far; era in campo 5400 provisionati, impresa difficilissima et impossibele, manzavano pan, fige et beveano aqua. Lauda Ramazoto contestabele, biasma uno Bernardin Cazaruol contestabele, lauda il ducha di Urbim, et più il conte di Pitiano. Disse li danari havia speso, laudò el pagador sier Sigismondo di Cavali, et Marco di Santi scrivan; et che a quella impresa era bisogno di fanti 10 milia; laudò il colega sier Jacomo Venier; restava creditor per il conto dato di ducati 45, per la spexa fata in haver fato condur la artilarie. Or el principe lo laudoe de more; etiam, disse di sier Piero Marzello, perché non fo in pregadi quando el referì e di Marco di Santi, et dil pagador, replicando succinto quello havia ditto e ben.
     
      In questo pregadi fo messo parte, per i savij dil consejo e di terra ferma, di cassar di stipendij nostri el signor don Ferante di Este fiol dil ducha di Ferrara; et sier Marco Antonio Morexini el cavalier consejer vuol la parte ma vuol etiam sia cassà domino Hanibal Bentivoy, et misier Zuam Bentivoy di la conduta ha. Et perché li savii voleano etiam lhoro cassar questi Bentivoy, ma volevano a uno a uno, per tanto sier Alvise Venier savio a terra ferma, che era in setimana, andò in renga, ma non fo lassato perché tutti i savii intrò in l'opinion dil consejer, et cussì d'acordo tutti messeno la parte, etiam li altri consejeri introe e di la parte fo 175 e fu presa; e fo ditto di dirlo doman a l'orator di Ferrara per el principe nostro, et cussì a chi è per Bologna.