Et haveano da Milan: pisani sono [706] stati lì per tuor il ducha per signor, li ha risposto non voler; per tanto pregano la Signoria nostra fazino ubedir al lodo. Et il principe rispose nui haver fato quello eramo obligati, et confortato pisani etc. Item, aricordoe desse la piezaria di 15 milia ducati a l'anno; et essi oratori disseno restar pur ancora alcuni contestabeli di la Signoria nostra in Pisa. Item, quanto a quel Bastiano de Pescatore di Faenza, homo d'arme ravenate era a Forlì, par lhoro excelsi signori habino auto lettere da la madona di Forlì: si scusa, è morto da certe doglie come disperato. Item, rechieseno la Signoria nostra ajuti fiorentini come fioli, et fazi pisani ritorneno a fiorentini come a boni padri; et cussì si partino.
Vene Zuam di Lanti merchadante pisano, habita qui, et come orator di pisani sentò apresso il principe, et Lucha di Colti etiam orator pur habitante qui stete in piedi. Questi portano una lettera di credenza, de 6 mazo, sotto scritta devotissimi servi etc. Primo ringraciano la Signoria, et non si maravegli se non hanno ubedito a la sententia perché non hanno facto per non haver in reverentia la Signoria nostra, ma per saper che in uno anno erano exterminati da' fiorentini per l'odio li hanno; tertio dimandano consejo quello habino a far, et voleno far quanto vol la Signoria. Et fono mandati fuori di collegio per consultar, fo disputato, et sier Filippo Trum procurator savio dil consejo, sier Francesco Trum et sier Polo Pixani el cavalier savio a terra ferma disseno era proposta da conservar, et non risponder cussì presto, et non li fo ditto altro, ma solum mandato a dir venisseno doman; tamen mai fu risposto.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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