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      Et nota la lettera di credenza è data dil 1500, perché lhoro à un anno più dil nostro.
     
      Da Ferrara, di sier Bernardo Bembo dotor et cavalier vicedomino nostro, di 8. Di la cossa seguìta dil marchexe Malaspina et conte Jacomo da Colalto ad Arzenta, et come esso vicedomino era andato dal signor dolendosi, et vene el visconte d'Arzenta qual si scusoe, et tamen li danari li tolseno non erano stà resi. Item, el signor tutavia fa contrabandi, et li soi satrapi hanno cominziato non voler, come sempre è stà consuetudine, che li vicedomini nostri facino privilegii di citadini a soi subditi, et non voleno consentir se prima lhoro dil ducha non fazi, et chiamasi la corection come fa il papa el fiat ut petitur; tamen esso vicedomino ancora non ne à fato niun citadin, perché raxon contra forza non ha luogo. Item, havia parlato al signor di contrabandi: crede misier Zuam Lucha da Pontremolo et Antonio Marin suo fator siano quelli.
     
      [707] In questa matina fo balotà il mandato dil conte di Pitiano, et danari per l'horologio si fa su la piaza di San Marco, auctore sier Antonio Trum, el qual lo fa uno maestro di Arezo.
     
      Item, fono alditi quelli dil Polesene, et sier Marco Barbarigo de sier Antonio qual ha una possession tolta afito vol dar piezaria per uno anno solo, et non per tutti li anni; fo consultato questo etc.
     
      Da poi disnar fo collegio. Li savii si redusse per consultar.
     
     
      [1499 05 12]A dì 12 mazo. Domenega in collegio; vene l'orator dil re di romani domino Lucha di Renaldi, et si dolse che havia inteso era stà ditto lui esser venuto qui per instigation dil ducha di Milan, si scusa non esser vero, et disse non voleva far contra la patria perhò ch'è di natione da Pordenon.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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