Item, che misier Piero da Trieste, orator di la cesarea majestà, era venuto dal ducha per obviar et serar le strade a' sguizari. Item, scusò la tardità dil dar di le sue lettere di credenza, et dimandò licentia di andar via dicendo: Nemo propheta acceptus est in patria. Or el principe rispose ad partes scusando che non si poteva tenir li populi non dicesse quello volesseno; et che a la richiesta responderiano marti, et cussì si partì; tamen sin hora nulla fo consultato.
     
      Vene sier Alvixe Marcello capitano di le nave a tuor licentia, va in nave, et partirà subito. Che Iddio li doni victoria.
     
      Vene domino Zuam Zorobabel arziepiscopo di Zara, venuto zà alcuni mexi da Roma, era col cardinal di Napoli, ma era stato amalato a Padoa, hora voleva andar a Zara: ringratiò la Signoria di averli dato questo beneficio, tolse licentia, et pregò li fosseno facte le lettere recomandatorie a quelli rectori nostri perché prima non era stato ivi, et cussì fono fate.
     
      Vene Zuam Alberto da la Pigna, e mostrò una lettera dil suo signor li risponde zercha la cassation di don Ferante suo fiol dicendo: lui havia posto per segno di pegno sempiterno ditto suo fiol con la Signoria nostra, ma poiché a quella cussì piace era contento. Et esso Zuam Alberto tolse licentia che voleva andar a Ferrara. Li fo risposto in piedi andasse con Dio.
     
      Fo balotà molte lettere di cambio di provedadori di Pisa per danari et formenti tolti a zenoesi et altri. Et fo ditto per sier Filippo Trum procurator savio dil consejo voleva meter la parte di far do revedadori a quelli conti, atento per Pixa era stà speso assaissimi danari etc.