Item, soravene l'orator cesareo, e li mostrò una lettera abuta dal suo re: come ringratiava il ducha di l'aricordo datoli di pacificarsi con Franza e vol farlo, et che non si dubita e stagi di bona voja, perché in utraque fortuna vol esser con lui. Item, manda lettere abute da Monferà, qualle vanno a missier Urbam suo orator.
Da Padoa, do lettere. Una in materia di le dexime dil clero, manda il conto, restano assa' debitori. Et l'altra zercha li cavali di provedadori sono lì, di li qual parte ne haveano dati a le zente d'arme, et che li provedadori non haveano reso il dover di ditti cavali.
Da Treviso. Voria libertà da spender. Non pol senza licentia dil consejo di X con la zonta. Et esser stà scrito per la Signoria dagi la biava a li stratioti, siché non sa che far, non havendo da comprarla.
Di Caodistria, di sier Alvise da Mula podestà e capitano, di 9. Come in quel zorno era stà expedita la galia di armar con solicitudine, e ordinato non meti in terra in niun locho, ma vadi adretura a trovar il zeneral dove intenderà sia.
Da Ferrara, dil vicedomino, di 12. Come de lì pur si parlava di questa cassation di don Ferante, e dubitano di pezo, tamen il signor li mostra bona ciera e nulla dice. Item, manda do lettere abute da missier Zuam di Gonzaga scrite di sua man propria. Item, in una poliza è come don Ferante subito che intese esser casso, etiam lui cassoe le sue zente.
Di missier Zuam da Gonzaga al vicedomino predito, date a Gonzaga a dì 8. Come era ritornato il messo, suo fratello mandoe in Franza; è stà honorato dal re, à dito gran ben di lui, et lo ha laudato, e dice non è altro capitano in Italia che lui, et lo opererà presto.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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