Item, che domenega a otto zorni saria qui, et menava le zente con lui; voria le taxe. Li fo risposto venendo saria ben visto, et di le taxe si consejeria. Et l'orator disse: serenissimo principe l'è su li capitoli promessi. Et fo ordinato a li oficiali di le raxon vechie facesse conzar la caxa dil marchexe.
     
      Vene l'orator di Franza, domino Hironimo di Galiofi, et dimandò conzosiaché al suo signor fusse stà tolti certi cavalli, qual Zuam Paulo di Manfron condutier nostro li comproe, voria averli, o darli il costo; li fo risposto si scriveria etc.
     
      Vene sier Lucha Pixani, sier Domenego Marin, [724] sier Antonio Valier provedadori sora le exation di danari, et disseno da poi la parte esser stà scosso solum L. 291 di grossi, zoè a le razon nuove L. 120 a le cazude ducati 20, el resto a li governadori; et che li poveri voriano pagar parte dil debito et esser depenadi da palazo. Et consultato in collegio, fo terminato ubedir la parte.
     
      Da Milan, dil ducha. Fo leta una lettera drizata a la Signoria nostra. Dimanda trato di certi azali di Brexa. Et vene il secretario di l'orator in collegio, al qual fo risposto si scriverà a Brexa e si vederia.
     
      Dil capitano di le nave. Vene una lettera data in nave sora porto: come era in mare, et nulla à in nave, unde fo chiamato li patroni a l'arsenal, et ordinato lo expedissi.
     
      Da poi disnar fo pregadi in la sala di gran consejo, non fo il principe.
     
      Da Ravena, di 14. Come el ducha di Urbim li havia scritto facesse conzar li ponti, perché statim veria con le zente.