Vene l'orator di Urbim, et mostrò una lettera dil suo ducha, di 20: come havendo inteso per sue lettere la Signoria voler resti a venir, per caxon di le aque et di l'armata, li par sia con incargo suo per haver divulgato il venir, con le sue zente, perhò prega la Signoria nostra, quando ben più non lo volesse a soi stipendii, lo lassi venir, et sempre sarà bon servidor, et haverà fede a questo inclito dominio, et che aspectava la risposta. Et per il principe li fo risposto si consejeria questo dovesse venir.
Vene l'orator di Faenza, et disse el suo signor dimandava a la Signoria alcune artilarie, erano lì ad imprestedo, fino che le sue faceva far a Brexa [743] venisseno. Li fo risposto ditte artilarie ne bisognava a nui per l'armata, et a lui non achadeva.
Item, fo parlato di mandar a tuor per le ville di terra ferma homeni 10 milia, zoè per ogni 4 fuogi uno, et quello verà farlo exente di ogni angaria personal, et salvo conduto di ogni debito fino el ritornasse, et questi tal mandarli su l'armada: et fo opinion promossa dal principe.
Da Corphù. Vene lettere dil rezimento vechie di 27 april, non lete.
Da Napoli di Romania di quelli rectori, di 10 april. Come haveano mandato a tuor in Candia 300 homeni, et haveano fato la descrition: erano li homeni da fati 1700; voleno munition.
Da Otranto, di 9 mazo, di sier Simon Guoro provedador di l'armada. Come era andato ivi per conforto di quelli populi.
Item, dil ditto, dal Sasno, di 3. Avisi di l'armata turchescha, et che Mustafà bei havia mandato a dir a quel rezimento lassasse li turchi retenuti a Corphù presi per sier Polo Nani, di che aspectava risposta da la Signoria nostra.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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