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      Et li fo risposto non voler far nulla, e che tutti di ditti banchi saŕano pagati. Item, dimanḍ fusse lassato uno presonier milanese stato assai in prexon per biastema, e questo li fu concesso.
     
      Da poi disnar, el principe con la Signoria, li savii di collegio et molti patricii, che veneno a farli compagnia, et nui savii ai ordeni, con li piati et trombe e pifari andoe a l'arsenal per veder come andavano quelle cosse; e poi stato atorno a veder le galie se redusse con il collegio in l'oficio di l'arsenal, et fo consultato di comprar e mandar tajar legnami e altre cosse necessarie per la caxa preditta, et ordinato si compii uno berlinger. Item, fo mandato Zenon sul mestrin e la trivisana a tagliar molti albori, diceva esser boni per la caxa. Concludo, quella caxa steva mal, pochi lavorava licet fusse si gran bisogno; ben è vero le galie sotil erano stà quasi tutte mandà via, ne manchava poche di armar, si atendeva a lavorar le grosse.
     
     
      [1499 05 25]A d́ 25 mazo. In collegio. Vene Jacomo Sacho, messo dil conte di Sojano, disse: voleva partirsi per hordine abuto dal conte, qual si racomandava a la Signoria nostra, e voria una lettera, come el signor era in nostra protetion; et cusś li fo fata.
     
      Vene quel messo porṭ le lettere de' sguizari, qual fo expedito a bocha, excusando la Signoria nostra se non li dava ajuto per caxon di l'armata [753] turchescha; e lui dimanḍ oltra le zente e danari, à dito di poter trar biave; li fo risposto ut supra, ne bisognava a nui. Item, poi dimanḍ che rompendo essi sguizari guerra al ducha di Milan, piando qualche terra o castelli, la Signoria nostra li permeta di darli ajuto a conservarli.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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