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      [1499 06 06]A dì 6 zugno. In collegio. Non fo el principe. Veneno li tre patroni cazudi eri a la pruova in pregadi pianzendo che non sapevano perché causa lhoro haver dati boni piezi, serato la charata, dato patroni, et haversi ben provado; et io li fici introdur e parlò sier Polo Calbo. Or sier Domenego Trivixam el cavalier avogador intromesse la balotation di eri, atento fu fata non hessendo li avogadori, nì il collegio, a balotar; etiam per non esser il bisogno nostro a questi tempi non si potrà haver le galie.
     
      Da Brexa, di sier Polo Trivixam el cavalier, podestà. Excusandosi di quello havia fato, narando la cossa zercha el conte di Pitiano.
     
      Et altre lettere non fu leto intrò li cai dil consejo di X, e mandono tutti fuori, adeo steteno assai in consulto.
     
      Da poi disnar fo pregadi, non vene il principe; et da poi leto le lettere fo provado li patroni, zoè li lhoro piezi di doni di li patroni di Barbaria per poterli operar, e tutti rimaseno.
     
      Da Feltre, di sier Marchio Barbaro podestà et capitano, di 5. Come havia nova il re esser zonto a Meran con persone 6000 et cavalli 400, à trovà persone 12 milia lì, et alcuni baroni, dove fa una dieta. Item, in campo de' sguizari si spende solum monede venitiane, et si dice esser stà trovati tre, quali voleano amazar il re per nome di la Signoria nostra. Item, come dal re veniva corieri di Mantoa e Ferrara ogni setimana et che si aspectava li oratori dil ducha di Milan. Item, che ditto ducha havia fato comandamento, non vadi vituarie fuori dil paese.


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I Diarii
Tomo II - seconda parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1091

   





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