Et tutte ditte lettere da mar la matina fono relete in collegio.
[1499 07 30]A dì 30 lujo. In collegio. Fu fato pagador in campo sier Vido Morexini q. sier Nicolò, et fo prima gran parole, perché l'avogador voleva dar sacramento, et fo vardato non era parte de piegierie in collegio, ma solum balotar occulto; et sier Vetor Capelo savio ai ordeni balotò suo zerman sier Jacomo Contarini, la qual cossa credo non poteva far etc., ma teniva non cazasse se non pare fio et frar, come si fa in collegio.
Vene l'orator di Milan exponendo quanto li ha scritto el signor. Misier Marco Lipomano orator nostro à tolto licentia, et li scrive Dio è justo judice etc. tamen sempre è per esser fiol di questa Signoria, et ognium che vengi lì publico et privato zenthilomo li vederà volentieri per le ubligation ha, et che [983] etiam havia dato licentia a lui qual si partirà fin 6 over 8 zorni, et prima verà a tuor licentia dal principe, et si in questo mezo la Signoria vorà una cossa più di l'altra quella comanda. Et il principe li rispose: chi è caxom Dio el sa, ch'è justo judice, et punirà ben etc. Et partito, fu gran parole in collegio, perché 'l voleva star tanto a partirsi; et li oratori di Franza, poi inteseno questo, mandoe a dir a la Signoria non è ben stagi tanto qui.
Da Budua, di sier Nicolò Memo, podestà. Come mandava uno de qui per danari da dar a quelli fanti che non poleno viver.
Da Cataro, di sier Francesco Querini rector et provedador di 10 vechie per haverne di più fresche. Solum haver Scander bassà non haver diviso ancora la preda fece a Zara per hordine dil Signor.
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I Diarii
Tomo II - seconda parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1091 |
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