Da Brexa, di rectori, di 28. Di uno Balim homo d'arme, subdito nostro, qual era venuto da lhoro per la crida fata, et è col marchexe di Mantoa: disse [984] si ben è col marchexe, è ai servicii di la Signoria nostra. Item, quel Bernardin di Ugoni aricorda far fanti a sguazo, et non provisionati per beneficio di la Signoria nostra. Et per un'altra lettera scriveno la compagnia di domino Alexandro Cojom manda de qui uno chiamalo Feragu ..., dicono non voler star come ho dito di sopra.
     
      Da Riva, di sier Hironimo Baffo, provedador, di 28. Do lettere. Per la prima voria saper s'il dia devedar danari andasse per Torbole in terra todescha mandati da Milan, nì vini. Item, à fato la descritiom di homini da fati, justa i mandati, sono li numero 350 in val di Lella, 130 in campagna; et scrive menutamente il tutto; et vol la Signoria scrivi una letera a quelli di val di Lella debbi ajutar Riva al bisogno, perché dicono esser separadi, etc. Usarà diligentia.
     
      Da Roverè, di sier Nicolò da cha da Pexaro, podestà, di 28. Come misier Lorio da Petra Plana partì da Trento et fo a Bormio per Valtelina, et parlò a alcuni zentilhomeni di Milan, et eri tornoe a Trento, à fato far lanze 1000 tedesche da fanti a pè et à dato capara. Item, che a dì 22 a Bolzam passò uno, disse: esser orator di Milan, va al re di romani con cavalli; crede sia quel fiol dil despota di la Morea, et era venuto per Valtelina, qual parloe ad alcuni dicendo sarà contra la Signoria presto 100 milia persone. Item, dil campo regio di Venosa è pochi per esser fuziti 400 todeschi et andati a Milan; et li campi de' sguizari esser da persone 59 milia, et quel dil re di romani 60 milia, et si disse el conte Paladim haver roto guerra a le terre franche.