Da Monselese, di sier Zuam Foscarini, podestà, di 30. Come in execution di le lettere era stato a visitation di domino Antonio di Pii per nome di la Signoria nostra, et ofertoli etc.; ringratiò, et à dil mal assai.
     
      Da Oderzo, di sier Zuam Paulo Gradenigo, va col signor Carlo Orsini in Friul. Dil zonzer suo lì, con homini d'arme, et va di longo.
     
      Da Feltre, di sier Matio Barbaro, podestà et [989] capitano, di 30. Come di la pace fo dito esser fata tra sguizari et il re di romani non era nulla; ma ben haver inteso ditto re esser disposto verso la Signoria nostra, et uno era venuto a dirli questo per nome, etc. Et che havia fato tornar su li monti esso podestà 300 milia piegore per non far novità, vedendo todeschi star ben con nui.
     
      Fo parlato et proposto, per il principe, di dar 300 fanti a Zenoa et mandarlo in campo; fo di quelli in collegio non li piaque.
     
      Item, fo balotà remi 1000 per mandar in armada, et il biscoto. Et è da saper questa matina avanti venissi in collegio, andai in camera dil principe, et presentai a soa serenità una lettera di misier Bernardin da Martinengo scritta a sier Marco Sanudo fue lì a Brexa podestà, qual mi la diè acciò la portasse, et è optima al proposito, sarà qui sotto scritta, la qual per il principe fo fata lezer secreta, mandando tutti fuora de collegio.
     
     
      Copia di una lettera scrittaper misier Bernardin da Martinengo,
      a sier Marco Sanudo, fo podestà a Brexa.
     
      Prima dico a la magnificentia vostra, che essendo cussì disposta la illustrissima Signoria di campegiare contra il ducha di Milano, il parere mio saria che lo exercito vostro passasse a Pontolio, et facesse il primo assalto a Calze, loco de quelli zentilhomeni di Sechi, et debile qual è et su la riva de Olio se haveria subito, et poi a Piumengo vicino a Calze a do milia e debilissimo, et de lì andare a Covo, et poi Antignano et Fontanella.