Quella Signoria se è colligata con francesi, è segno volea Pisa et la occupation di quel di altri, et per segurtà dil nostro stato l'habiamo fato, et si doleremo con tutti i signori confederati. Non tememo il re di Franza per do ragion: primo, per la conjunction dil sangue, et quando il re havesse il nostro stato ne lo daria a noi; l'altra, esso re non à causa justa tuor il nostro, hessendo cristianissimo imo à da tuor impresa contra chi volesse tuor il nostro, et darne ajuto a chi torà impresa contra noi, et reussirà con poco honor come l'ha fatto per il passato. Et si vocifera per Venecia et Roma, et il papa l'ha ditto a l'orator nostro nui siamo stà causa che il Turcho habi roto et fato armata, è opiniom erronea, chi crede questo crede contro li evangelii. Ben è vero, veduto esser aligata quella Signoria con Franza mandassemo uno nostro al Turcho per significar mandasse orator a la Signoria a dirli non ne facesse injuria, non si pol doler per questo di noi, si non di la troppo modestia, Dio è justo judice, vede il cuor di tutti, et prima che 'l nostro noncio zonzesse al terzo dil camin, il Turcho rompè a la Signoria; siché la Signoria arà a li fianchi altra potentia cha noi il re di Franza, ch'è potentia informidabile quella dil Turcho, nui o con pace o con arme si prevaleremo contra Francesi; et cognoscendo quella illustrissima Signoria l'ofension nostra esser di la majestà cesarea et dil sacro imperio, debi ben considerar prima la si meta contra de nui, perché noi non intramo in guerra se non necessitati o per propulsar la ingiuria.
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I Diarii
Tomo II - seconda parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1091 |
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