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      Adonca ditto corier di Ferrara gionse a nona in caxa dil principe, et il principe non li volse parlar ma vene da poi disnar soa serenità in collegio, et consultato manḍ a tuor la lettera portava, el qual publice diceva era venuto per tuor uno salvoconduto. Or ditta lettera fo leta con li cai di X in cheba e parse a tutti di collegio licentiarlo sub poena vitae senza darli altra risposta, et cusś fo fato, el qual part́, et fo mandato Zacharia di Freschi secretario da l'orator di Franza a dirli questo, qual have piacer e disse è vera la fede di la Signoria nostra, et il ducha era spazato volea aiutarsi con reputation, come fece quando essi oratori veneno qui che li voleva omnino parlar, quali si ben fosseno andati a Milan aŕano alozato da l'orator nostro. Item, fo mandà in campo et in Franza tal cossa.
     
      La lettera di lo episcopo gladatense orator dil ducha di Milan data a Ferrara a d́ 25 nome Cristoforo di la Tuada consejer ducal. Dice cusś in sumario. Come era zonto ĺ a hore 19 quel zorno stravestito con uno capelan canzelier suo et do corieri dil ducha, con comission di esso ducha e dil signor Ascanio cardinal di venir in questa terra a comunichar cosse utele, comode et di summo a piacer a la Signoria nostra, con ampia libertà, et li era sorazonto la [1158] febre, vol tuorsi sangue, voria un salvaconduto qual li sia mandato per el presente cavalaro subito indriedo, et voria alozar secrete o a San Zorzi per potersi curar del mal o in caxa dil principe, vol tratar cosse bone, voria saper l'hora l'habi a venir, et tornando lo cavalaro per terra havesse il salvaconduto; e cusś risposto in pregadi.


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I Diarii
Tomo II - seconda parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1091

   





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