Vene sier Piero Zen, fo di sier Catarin, el cavalier, per nome dil cardinal Zen qual è a Modena, disse haver lettere, di 16, di sua reverendissima Signoria era contento pagar le do decime papal imposte per la guerra dil Turcho; et il principe li rispose sua Signoria doveria imprestar a questa terra qualche mier di ducati, et se li faria la ubligation di rendergeli. Ditto sier Piero disse scriveria il tutto.
     
      Vene tre homeni di Romenengo, qual presentò certi capitoli comessi per li provedadori nostri dimandando la confirmation, et più fosseno liberi di certi dacii, et esser separadi di Cremona, et il principe li fè bona ciera dicendo si vederia li capitoli.
     
      Vene il marchexe Lunardo Malaspina, et mostrò lettere dil marchexe Gabriel di Fosdinovo, li avisa fiorentini fanno 8000 fanti per venir contra luchesi. Item, lui à mandà da misier Zuam Jacomo Triulzi per veder di reaver li soi castelli.
     
      Vene domino Bernardo di Rossi episcopo di Trevixo, et dimandò licentia di andar a Milan dal re per haver li castelli soi in Parmesana, pregando si dichi qual cossa in soa racomandation a l'orator francese, over si scrivesse al re; et mandato fuori consultato la risposta, li fo risposto andasse al suo piacer, et si diria a l'orator preditto.
     
      Di sier Marcello capitano di le nave armate, date al Zante, a dì do. Danna l'arma francese non volse seguir quando l'arma turchescha passò a cao dil Papa, et fo causa che a dì 28 la intrasse in golfo et andò a Patras, et scrive lui con la sua barza andò, ma non fo seguito; manda l'hordine segondo dato per il capitano zeneral a tutti de investir, si scusa lui non haver colpa niuna, siché con la soa barza fo in mezo l'arma inimicha, et il capitano francese l'abandonò, qual diceva esser 200 cavalieri sopra la sua nave andavano a Rhodi, et non volea menarli a far amazar, et che quel zorno il capitano li mandò una galia a dir el venisse al Zante con le nave: conclude l'error non è stà da lui.