Pagina (873/1091)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Come eri zonse lì Meleagro da Forlì, et ozi Colla fiol di Jacomazo da Veniexia con lhoro compagnie, vanno in Friul.
     
      Vene Bernabò de Varmo castelan di la Patria, et mostrò i lochi di la Patria da marina et Aquileja la ixola di Cervignan dove staria securi cavalli 3000; per l'aqua di la Mondina, Aquileja si pol poner in isola è mia 8 lontan di la Citadella, siché la via del mar ne è aperta. Item, vi è Meran, il castello di Perpedo, Palazuolo dove staria cavalli 3000 per dar ajuto a Udene, et uno castello chiamato Armo ch'è di Savorgnani, poi Latisana dove staria 2000 cavalli, et questi lochi si tene quando fo presa la Patria per li qual la Signoria nostra si aidò. Item, le 4 vie per terra è Sazil, Brugnera, Portobufolè et la Mota la qual è la mior via. Item, li villani di la Patria non hanno arme, etc.
     
      Vene quel frate Antonio di Corvatia, stato 12 anni a la cha granda per frate con maistro Gabriel, qual referite: esser venuto per la via di la Patria, et ritrovato in quella parte dove habita el ban di Jayza li parlò, qual è chiamato il conte Francesco de Dobor, è suo parente, à castelli 18 del ban, et 23 di soi et di la moglie, come par in una poliza li havea tutti scritti, et li parlò dicendo quello havea fato turchi a Zara, et erano per venir in Friul, et volea mandar uno suo a la Signoria nostra acciò mandasse uno secretario over ambasador al re di Hungaria, qual si offerisse menarlo lui, et questo feva per ben di la cristianità. Et come era zonto dal re un ambasador dil Turcho qual portò presenti, et vene con 30 cavalli, et il signor re a compiasentia di baroni, videlicet el conte Stefano Spalatino governador di tutto il regno di Hungaria, Thomas arziepiscopo de Stridonia, Piero zudexe di corte la regia, Piero Grof capitano de Transilvanien, Giorgio Preposito che tien il sigillo dil re, el ban Nicolò Francesco ban di Jayza, et esso conte Francesco de Dobor, unde il re [1369] li dè termine a questo ban fino a San Lucha a concluder acordo con la Signoria, acciò non si disfazi la cristianità; et poi disse la Signoria atende a far guerra contra Milan, et le so anime di Zara è menà via da' turchi, et che 'l re à ditto: come vuoi tu ch'io aida chi non mi dice niente; et perhò li dè il tempo mandasse esso frate a la Signoria et tornasse con la risposta, qual frate ha li soi cavalli a Portogruer; et era stà in campo de' turchi venendo soto Mondrusa, et turchi veniva di longo in Friul, et lui frate vene per mar per mancho scandolo, et disse il ban li havia ditto il re suo esser bon instrumento di acordar il re di romani con la Signoria nostra, et il re haverli ditto cussì intravene mo un anno a suo fradelo re di Polonia contra turchi che have danno et non li dimandò socorso dicendo la Signoria di Venecia non si degna, crede non sia vero cristian.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I Diarii
Tomo II - seconda parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1091

   





Meleagro Forlì Jacomazo Veniexia Friul Bernabò Varmo Patria Patria Aquileja Cervignan Mondina Aquileja Citadella Meran Perpedo Palazuolo Udene Armo Savorgnani Latisana Patria Signoria Sazil Brugnera Portobufolè Mota Patria Antonio Corvatia Gabriel Patria Jayza Francesco Dobor Zara Friul Signoria Hungaria Turcho Stefano Spalatino Hungaria Thomas Stridonia Piero Piero Grof Transilvanien Giorgio Preposito Nicolò Francesco Jayza Francesco Dobor San Lucha Signoria Signoria Milan Zara Signoria Portogruer Mondrusa Friul Signoria Polonia Signoria Venecia