In collegio vene el principe con li savii, et vene l'orator di Napoli exponendo in substantia quello si have eri per lettere, il signor re suo sta con gran paura, non sa che farsi, et si racomanda a questa Signoria come fiolo dal qual à abuto gran ben; li fo dato bona verba, etc.
     
      Vene l'orator di Franza et li fo comunichato la lettera si scriveva in Hungaria, et il secretario se li mandava, et fo scritto il tutto a li nostri oratori vanno al re, acciò dichi a soa majestà; laudò molto questo.
     
      Da Milan, di Zuam Dolze secretario, di 26. Come monsignor di Lignì li à ditto haver nova che il signor Lodovico, inteso la perdeda dil castello, è rimaso storno non sa che far, è sorastato di far zente, è partito di Meran; et che Bernardin da Corte fo castelan li à ditto la Signoria non fa provision, et Lodovico li vol romper. Li ha risposto la Signoria nostra tien provisto i so lochi benissimo, et non dubita, et Lignì disse si la illustrissima Signoria è ferma in la liga con la majestà dil roy non tema di niun. Et ditto Bernardin à ditto el ducha haverli dato Sonzin per privilegio, voria dimandarlo a la Signoria, fu [1378] consejato non ne parli nulla che non lo averia mai, et lui disse cussì farò. Item, el re è a Vegeveno, vol star tre zorni, et poi starà tre dì a Pavia, licet monsignor di Lignì habi consigliato sua majestà vengi qui prima, perché poi vol andar a Zenoa.
     
      Da Crema, di sier Hironimo Lion el cavalier, podestà et capitanio, di 17. Come in quella mattina era compito di serar le mure tutti quelli homeni di Crema vi corse a veder serar et atenderà a compir il resto.