I MARZO MDVII. -XXVIII FEBBRAJO MDVIII.
[5] Serenissimo ac excellentissimo principi et domino, domino Leonardo Lauredano, Dei gratia Venetiarum duci excellentissimo.
Per satisfar al debito de la servitù mia versso vostra celsitudine, principe serenissimo, et im parte a quello che io so esser desiderio suo, chomo zellante de il bene di questo illustrissimo stato, ritrovandomi io, Jacomo Contarini, fo de missier Zuane, al presente de ritorno da Constantinopoli, dove io son stato per assai buon spatio di tempo, et non possando, per la inconvallessentia mi atrovo de la mia persona, presa per li strachi del mio cavalchar, che non mi mancha la febre ogni terzo zorno, vegnir a li humillissimi piedi di vostra celsitudine, chomo seria lo afectual mio desiderio, prima per fargli quella debita reverentia, che si ricercha a la servitù mia, et observantia li porto, poi per explichar a quella il sucesso di le cosse per me vedute di quel gran signor turcho, et in che termini quel suo stado se ritruovi et governi, si chomo per il mio tristo ingiegno ho possuto veder et coniecturar, et che con ogni diligentia mia ho cerchato sempre de intender di tempo in tempo, mi ho proposto ne l'animo, per il meglio, quelle più diffuxa et distintamente a me possibille scriver et destinar a vostra celsitudine, et tanto più, quanto quel magnifico baylo si habia riportato assai a questa mia refferta. La qualle, se non cussì acomodatamente serà facta adumque, principe serenissimo, chomo ricercheria il bisogno de la [6] materia importantissima, la sublimità vostra, cognoscendo la exigua experientia mia in tale effecto, mi haverà per excusato, et con la sua profondissima inteligentia et praticha suplirà dove io havesse defecto.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882, pagine 1294 |
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