Perchè fu fatto intender al dicto signor, per uno de' suoi più secreti, che non si mostrando, la terra tuta andarebe a sacho. El qual sì presto si dimostrò publichamente, et andò a la sua moschea facta da novo, dove che tuto il popullo gli andò contra, grandi et picoli, cridando; Laudato Idio che ti habiamo veduto. Et facta che hebe la sua oratione se ne ritornò a chasa. Et al presente, chomo io ho ditto, principe serenissimo, lui sta bene, et tien Porta, secondo il suo solito, zorni 4 in septimana, zoè sabato, domenicha, luni et marti. Et a la caza se ne va spesse volte, a presso a la bocha de Mare Mazore sopra la Natolia, et sopra la Gretia anchora; exercitando la sua persona, con l'archo maximamente, a tute salvadesine che lui truova. Va etiamdio al seraglio de le done, et a la sua moschea facta da novo; la qual si dice che quando egli incominciò a fabricharla, pregava Idio che gli donasse gratia di compirla, sì che 'l potesse far la sua oratione in quella, che lui prenderebe impresa contra christiani. Et a questo mazo proximo passato, che fu compita, gli fece la sua prima oratione. Per la qualle si judicava alora el ditto signor dovesse far ellemoxine infinite, liberar presonieri, et altre belle cosse assai degne di memoria, chomo in tale exigentia sogliono costumar. Et tandem liberò solo disdoto presonieri, i qualli erano stati amaldari, et zà forsi anni vinti incarcerati; fece amazar a presso numero grandissimo de animali per far le sue ellemoxine. Et s'intesse che, per il mal governo di coloro che hebeno tal chargo, che poi ch'è amazati quelli, per haverli posti tuto l'uno sopra l'altro, maxime che alora era il tempo caldo, tuti si vastarono, in modo che ellemoxina alchuna quasi non fu facta; cossa che molto dispiaque al signor, et che gli fu molestissima certamente.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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