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      El fiuol veramente de Trebisonda, costui atrovandossi una sorella a presso del padre, et desiderando aparentarsi con el signor Ardevelli, o ver Sophì al modo nostro, per usar le suo force et sufragio a' sui bisogni, destramente gli fece intender di questa sua sorella, persuadendolo a mandar uno ambassator a suo padre a dimandargela per moier; la qual persuasion operò in modo, che 'l prefacto signor Ardeveli mandò per un suo ambassator a dimandar la prefacta dona al signor turcho. Et sentendossi a Constantinopoli la venuta del dicto ambassator, si existimava comunamente da ognuno, che 'l non dovesse darli audientia alchuna; et tandem, zonto che lui fo de lì, fo aceptato et immediatamente expedito, tutavia con grandissimo romor de popullo. La qual expeditione fu in questa forma, che sentendo el signor turcho esserli dimandata la fiuola per moier del suo signor, rispose ringratiandolo assai, che 'l si dignasse dimandarli de le sue cosse, ma che a presso di loro non si costumava maridar le sue done in signori alieni; maridavano agli loro suditi et suoi schiavi; et che, non perchè dicto signor per le suo degne conditione non la meritasse, ma per non contrafar a quello era sempre stato il costume loro, pertanto non il à voluta dar. Et con queste et altre simeli parole il licentiò. Et mentre che 'l dicto ambassator stete in Constantinopoli, el tene in continua vardia, che alchuno non li parlasse. Ma advene che, expedito quello de la sua ambassata, si messe subito a comprar pani scarlati et altri di color rosso, con altre robe, tutavia spendando de la moneta del suo signor.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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