[1507 07 16]A dì 16 lujo. Fo etiam pregadi, per cosse di pocho momento.
     
      Da Corfù, di rectori, et sier Zacaria Loredan, capitanio di le galie bastarde, perchè il provedador di l'armada era andato ... Scriveno di quelli sanzachi turchi, venuti, dicono, per chastigar zimaroti, et do fuste sono a l'isola, acciò non passino su quella isola di Corfù essi zimaroti; tamen che turchi manzano con zimaroti. Hanno mandato ivi a saper la verità. Item, esso capitanio di le galie va sopravedendo; e nomina sier Vicenzo da Riva, soracomito. Et alia, ut in litteris.
     
      Fu posto, per li consieri, certa taja a uno delicto facto a Cremona, a tempo era podestà sier Lorenzo [118] di Prioli. Or parlò ditto sier Lorenzo in sua excusatione; parlò etiam sier Antonio Trun, savio dil consejo, non volea si desse taia lire 2000. Et parlò sier Lunardo Grimani, consier, dicendo è terra nova, è bon dar e far ogni demostration in questo monopolio. E fo presa la taja.
     
      Fu posto per li savij, che de caetero, cussì come le apelation di Candia, da ducati 100 in zoso, se dispazava al rezimento de lì, ch'è ducha, capitanio, consieri et uno camerlengo, cussì de caetero se intendi fino a ducati 200, per non dar spexa a quelli di Candia a venir qui; cussì consejando sier Beneto Sanudo, olim capitanio e vice ducha etc. Fu presa.
     
      Fu posto, per li diti, di render la barza ch'è qui in canal, et fu presa per sier Domenego Dolfim, olim capitanio di le galie grosse, per non esser stà preso di raxon; e sia dato zerti danari, per la conza e coriedi, ut in parte, al patron d'essa, qual portò letere dil re in soa recomendatione.