El qual marchese mandò a pregar la Signoria, volesse custodir soa fiola et moglie di ditto Cavriana, e meterla in uno monasterio.
Da Milam. Il gran maistro manda so mojer in Franza; la qual cossa à dato da dir a' milanesi. Fa far spalti a le porte di Milan, e posto più guardie e altre provisione; dubita assai dil re di romani.
Da Lion, di sier Antonio Condolmer, orator nostro, di 18. Dil zonzer dil roy lì, dove è la raina, con gran honori, per la vitoria auta di Zenoa. Fa provisione per le cosse di Milan; manderà 6000 scozesi. Arà di qua da' monti 1300 lanze francese; arà ad minus do cantoni di sguizari, et spera averne di altri. Et alia, ut in litteris.
Di Elemania, date a Costanza, di l'orator nostro, di 18. Il re atendea pur a la impresa, rimessa a exborsar li danari a San Bortolamio.
Dil cardinal ... a la Signoria nostra. In laude di sier Nicolò Tiepolo, dotor, di sier Francesco, qual è stà conventà dil papa, e lo lauda esser docto.
Fu posto, per li savij ai ordeni, atento sier Almorò Griti, patron al trafego, non possi per egritudine andar al viazo, sia messo sier Marco Antonio Griti, so fradello, in loco suo. È contra le leze; e fu presa.
Fu intrato in la materia di le ripresaje con Spagna. Fo leto varie parte: parlò sier Andrea Venier, consier, sier Thadio Contarini, savio a terra ferma, et sier Alvise di Prioli, fo savio a terra ferma. Et fo terminà a soprastar a uno altro consejo.
[1507 07 27]A dì 27. Li oratori di Franza, videlicet monsignor di la Peliza, et domino Michiel Rizo, et domino Zuan Laschari, che sta qui residente, fono in colegio, acompagnati da patricij di pregadi, et exposeno la sua legatione.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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