Dice un: verà Maximiano, spero,
e scorerà l'Italia qui et lì.
Responde un altro: io non credo mi,
hè 'l freno è stato posto al suo destrero.
El Gallo canta e sta di bona voglia,
perchè Venetia vede a sue diffese,
nè patir vol che alcun Milan li toglia.
Ferrara è lieta e 'l mantoam marchese;
Marzocho a Pisa vol rinovar noglia,
e ultimar hormai tante contese.
Et se faranno spesea condur gente, i franchi de Alemagna,
homeni troverano a la campagna,
che li darano lagna.
San Marcho ha in terra e in ciel tanto favore,
che quel che lui vorà fia imperatore.
Di Roma il gran Pastore
Non fa mestier che alcuno ne ragiona,
che per timor mai dia la corona;
ma neutral personaSerà infin et justo judichato.
L'yspano re si goderà il suo stato.
. . .
L'Aquila vola e non si sa anchor dove,
e l'universo tuona di sua fama,
e talhor, le man gionte, la rechiama;
tal trema e tal l'è già fugito altrove.
La vien, non vien, la vola e non si move;
tal dice che 'l tardar più foco infiama,
e ne l'ordir e nel texer la tramael tuto sopra nostra Italia piove.
Che sempre el tramontano col latinoin garra fu; se pace fa, se finge;
perhò so sepultura è per destino.
Tanti varij pensieri Italia cinge,
che a pensar la victoria del Giardino
ogni occiuolo invano la dipinge.
Ma chi a torto se tingele man, con più vergogna se le lava:
talvolta escluso è quel che 'l giardin chiava.
[175]Sonetto fatto per Sophì.
Se dice che 'l Sophì fa nova provacontra 'l soldam e metili in terrore,
e Machon, con la secta pien d'erore,
medecina a so piaga non ritrova.
L'Aquila contra il Galo aspra se mova,
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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