Item, è stato a Clissa, terra di l'ongaro, et à dormito lì, per dar favor et custodia a quelli habitanti ussisseno a tuor legne e altre vituarie. Qualli morivano da fame si non era la soa venuta: dubitavano ussir per turchi e martalossi, per non esser presi; sì che li fece bon servicio. Avisa la Signoria, quela terra sta in gran pericolo si non se li provede, e si scrivi in Hongaria al re.
Di sier Andrea Bondimier, capitanio di le galie di Alexandria, date in galia, a Corfù. È letere vechie; narra il suo viazo.
Di sier Francesco Arimondo, capitanio di le galie dil trafego, date in galia, im porto di Alexandria, a dì 31 octubrio. Narra il suo navegar. Et dil partido bon à 'uto di mori per Barbaria; qualli, per il caso dil galion che si naufragò con mori, e perseno marchadantie, e si anegò assa' mori che andavano in Barbaria o ver ritornavano non [182] voleno più andar con altri navilij cha galie grosse; sì che esse galie à 'uto bon partido di mori, di lini etc., per Barbaria, et lì in Alexandria è state ben viste. Item, scrive di Camallì, qual à lì im porto 8 navilij; scrive la Porta à dischargato li rami, et è andato al Chajaro dal signor soldam.
Di sier Marin da Molin, consolo in Alexandria, date ivi, a dì primo octubrio. Come a dì 9 setembrio con ditte galie dil trafego zonse lì, et Tangavardin, orator dil soldan, qual dismontò con la vesta d'oro e li soi vestiti, et il consolo con lui. Fo molto honorato esso consolo, et charezato da' mori e da l'armirajo. Et vene tre letere dil soldam: una a l'armirajo, facesse bona compagnia a' nostri e il consolo; l'altra a Tangavardin, andasse al Chajaro, e lo laudava; la terza a lui consolo, dicendo aver ordinato nostri habino bona compagnia nel paese, e che 'l sia ben venuto.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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