Item, che l'Alviano havia bisogno di danari; et disse al provedador, non dimanda danari al suo signor, quando l'è im bisogno, ma atende a servirlo; et non solum non vol danari, ma offerisse de li soi a la Signoria im prestedo.
Dil signor Bortolo d'Alviano, date a la Gardona, a dì 27. Scrive come la matina anderà con le zente versso la Piove di Cadore, et non dubita averà victoria; sì che doman da sera la Signoria nostra sarà avisata dil tutto, e dil recuperar di Cadore.
Di Cadore, di 26, di Andrea Constantini, citadim de lì, a la Signoria nostra. Avisa il modo dil perder la Piove; e come a dì 22 todeschi vene a l'Ampezo, et dimandò si rendeseno. Qualli resi, vene a la Chiusa, dove era Bortolo Malfato, [315] contestabile, con 60 fanti, el combatè assai; ma di sopra li monti veneno todeschi con grapele, adeo, per non esser messo di mezo, se ritrasse et vene al Gardom, a tenir quel'altro passo, a dì 24. Et in uno instante la Piove fo piena di quella zentaja; et cussì ebeno il castello. Scrive che fanno danni et di robe e vituarie, ma niuna occision etc.
Item, per alcuni di Cadore, presi per li nostri, et examinati per il provedador Corner a Cividal, dice che in castel di Cadore havia visto in una camera uno grosso, li fo ditto era il capitanio etc.
Di Seravalle, di sier Lorenzo Minio, podestà. Di alcune letere a stampa, mandate lì a Seravalle da parte dil re, che se rendano, et li promete bona compagnia; et mandano quelli a la Signoria. Et è da saper, per avanti, per via di vicentina, si ave di questo aviso, come todeschi haveano poste tal letere a certi molini, acciò tutti le intendeseno etc.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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