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      Di Udene. Avisi di sopra si aduna zente etc.; et che domino Antonio di Pij voria far la massa a ..., et lui lochotenente non li parevali, tamen si riporta. Et che non si resta di proveder; et il re è versso Brunich.
     
      Di Cao d'Istria, di sier Etor da cha' Taiapiera; et manda letere aute di Castel Novo, di Damian di Tarsia. Avisa, di sopra verso Lubiana adunarse zente, et artilarie si move; le qual, si la Signoria li manda certi fanti, li basta l'animo di tuorle.
     
      Et compito di lezer le letere, el principe fe' la sua relatione di quello havia dito pre' Lucha. Poi presentato la letera di credenza, et escusatosi di alcune parole ditte, disse il serenissimo re esser bon amico di questa Signoria, et voleva il passo per andar a Roma a tuor la corona; et che le zente soe non havia fato danno a' nostri; e che la Signoria, non volendo che 'l vegni con le arme, li fazi tal cauzione, che 'l sia securo di andar e aver la corona etc., con altre parole di questo tenor. Et il principe li rispose, sempre li era stà dito che questo stato l'honoreria, come fe' al padre e altri imperatori, venendo pacifice; et non si dubitasse. E che 'l doxe vadi a Trento e il consejo di X, che questa terra à do doxi, un presente e l'altro li suciede poi la morte, sì che di questi si li manderia; et il consejo di X sta un anno, poi vien fato l'altro, e di questi verà a honorar soa majestà. Poi si dolse di l'insulto fato in Cadore, e tuor li nostri lochi. Pre' Lucha scusò sier Piero Gixi, capitanio.
     
      Di Rimano, di sier Zuan Griti, podestà et capitanio.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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