Qualli, venuti davanti il provedador, che li dimandò quello volevano, et che li daria il tutto, risposeno: Non volemo altro cha averti visto, anderemo volentiera; sì che il tutto è preparato. Item, che à inteso che todeschi fa malla compagnia a' nostri in la Piove, ch'è contra li capitoli li promeseno.
Et a nona vene letere dil dito, date eri, 29 de fevrer, horre una di note, a Cao di Ponte. Come l'hordine certo è dato per la matina sequente; et à fato il signor Bortolo intender questo a domino Hironimo Sovergnan e domino Antonio di Pij, e quelle zente sono da l'altra banda venute di Friul. Item, è stà bon questa indusia, perchè ancora non erano zonte tute le zente nostre, maxime li Malatesta etc. Item, voria do colobrine et do canoni; et altre occorentie, ut in litteris. E nota, in una letera, esso provedador scrisse a so fioli, di hore 3, par li fosse referito esser stà visto fumo versso la Piove, dubitavano todeschi non havesseno brusà il locho e, andaseno via etc.; tamen, in le publiche 0 diceva. Et molti di qui teniva si partiriano, et non aspeteriano venir a le man con nostri.
Da poi disnar fo pregadi; et leto le infrascripte letere. Prima queste dil provedador Corner e dil signor Bortolo d'Alviano, sì chome ho scripto di sopra, che qui non replicherò.
Di Udene, di sier Andrea Loredam, luogotenente, date eri, a horre 3 di note. E manda una letera di quel dì, auta da domino Hironimo Sovergnan, è al Forno. Li scrive, che todeschi, erano in la Piove, in quella matina per tempo, numero da 4000, si erano levati et andati per certa via con li butini.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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