Et che vene versso Riva zercha 400 todeschi, alozati a Ten e Archo, et nostri ussiteno, maxime quel Batagin, capo di balestrieri, et fono a le man, et fo morto 2 inimici et uno di nostri. Item, come era partito de lì et ritornà a Lacise; et va Alla a trovar l'Emo e il [346] capitanio zeneral et missier Zuan Jacomo Triulzi, per consultar quid fiendum.
Di Udene, dil luogotenente. Zanze zercha todeschi. Et è dil zonzer in Goricia una bandiera con la † rossa in campo biancho, con fanti numero ... E altri avisi, che s'ingrossano.
Di Franza, di 28, date a Burges. Il re è pur lì, spaza li danari, atende a concluder etc.; et, bisognando, verà in Italia.
Di Milam, dil secretario. Di 3000 sguizari; et credeva averne più, ma non par possi aver il numero credeva. Et in locho di li 2000 sguizari, per conto di la Signoria nostra, manderà 2000 soi fanti guasconi, i qual, con cavali 1500, farà passar im parmesana, per penzerli poi in veronese al Triulzi.
Fu posto per i savij, che la diferentia dil signor Bortolo d'Alviano, di ducati 25 milia in 30 milia, fusse comessa a sier Zorzi Corner, el cavalier, provedador, che la conzasse come meglio el poteva. Parlò sier Piero Duodo, savio dil consejo; e la parte fu presa di largo, el qual volea star sul preso.
Fu posto, per i savij, la risposta a l'orator di Hongaria. Prima ringraciarlo, per nome di la majestà dil re, di la bona mente di soa majestà in voler adatar e pacifichar queste cosse col re di romani, e ditoli la justa difension nostra, e che 'l re di romani à torto a molestarne; e quanto a darli danari, che ne scusi, che semo su grandissima spexa di exerciti etc.; una longa e ben composta risposta.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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