Item, donar al dito orator una vesta di veludo etc. Fu presa di tutto il consejo.
[1508 03 11]A dì 11. La matina, hessendo stà chiamà eri im pregadi alcuni patricij, i qualli dovesseno andar a levar l'orator ungaro e condurlo a la Signoria, per dirli la risposta, cussì andono. E ditto orator vene, al qual li fo dito la risposta; e disse scriveria al suo re. Et tolto licentia, si partì il dì sequente per Roma.
Veneno alcuni di la compagnia dil signor Carlo Malatesta, pregando la Signoria, cussì come haveano servito il suo patron in vita, cussì fosseno dati soto il fiol restato di lui, e al governo di chi vol la Signoria fino sia a età perfeta; et da mo' sono contenti, di 8 page hanno a l'anno, dar una al dito fiol. Il principe li usò bone parole, e che si consulteria con li savij.
Da Conejan, dil signor Bortolo d'Alviano, a la Signorìa, una letera molto copiosa. Di la rota data, e tutto il successo; la copia di la qual sarà scripta qui avanti. E fo laudata da tutti, chi l'aldite.
[347]Copia di la letera dil signor Bortolo d'Alviano
a la Signoria nostra.
Scrive di la rota data a' todeschi.
Serenissime princeps.
Me par conveniente cossa rendere conto ad vostra serenità del modo del nostro combatere, acciò quella, col suo sapientissimo juditio, possa ben comprendere, che le victorie consistono in la virtù del capo et de pochi electi, et non in la multitudine; et ancora che più volte sia stà visto, pure in questa, come im provi recente, se potrà meglio considerare. Per il che confortarò sempre vostra serenità ad fare ogni diligentia per havere di questi, et non confidarsi in la quantità, ma in la qualità.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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