Come il cardinal Narbona et l'ispano e il nostro erano stà prima mandati a chiamar dal papa, qual dolendossi la Signoria si portava mal con lui, zercha nostre zente è a Faenza, contra li soi di Forlì e altre cosse, ut in litteris; e si scrivesse a li so stati. E l'orator nostro scusò la Signoria. Item, che 'l cardinal Grimani atende a expedir il breve in Alemagna al re, che quello à fato patriarcha di Aquileja si toy zoso, sub poena excomunicationis. Item, poi diti oratori andono, il 2.° di di 4.ma, a dì 9, al papa, a dirli voriano far una liga insieme, e si soa santità voleva intrar. Rispose: è ben fatto contra infidelli, e saria contento, e bisognava tratar in concistorio. Et poi il papa ave a dir: Si fa sta liga contra infideles? Narbona disse a Pavia: Non è contra infideles, ma è a conservation di stati e de Italia. Or poi iterum Franza, zoè il cardinal, e l'orator e Spagna, fonno dal papa, e li disse non erano contra infidelli, ma contra tutti chi li volesse molestar. Il papa disse: Vuj dicesti cussì; e Narbona disse di no. Sopra questo fo parole, et Narbona disse,: Vel disemo adesso, sanctepater. Prima il papa disse voleva far congregation di 6 cardinali, videlicet do episcopi, 2 preti, 2 diaconi, e li nomina; poi conclusive, li disse non voleva intrar, e non dubita di christiani, perchè tutti è ubligati difenderlo etc., e non vol esser caxom di sparzer il sangue. Et li oratori disse: La faremo nui. Il papa li disse: Andela a far.
Questa ultima letera di la resolution dil papa zonse il pregadi sequente; etiam una altra di 10, come il cardinal San Severin avia parlato a l'orator, voria la Signoria tolesse suo fradello Frachasso a nostro soldo.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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