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      Et le zente sono tanto ben disposte, che [484] nihil supra, et in un veder sono in arme e a le sue poste deputati in squadroni, ch'è una gentileza a veder. Item, il tempo si ha messo a la pioza.
     
      Letera di 19, hore 23. Come Idio non ha voluto si habbi la vitoria, perchè hessendo stà butado meza la torre di la Pria zoso, e a hore 23 venuti a cena, li provedadori fo subito mandati a chiamar da li capetanij e tornono essi provedadori in campo. Et stando poco, fo cridà: Arme! Arme!, et veder e non veder li inimici a piedi fonno a le artellarie, le qual sì da' spagnoli, come da' nostri, fonno abandonate, et lhoro le menavano via. Et soprazonse missier Dionisio di Naldo e recuperò le artellarie, excepto un falconeto, che non poteno esser sì presti; et etiam soprazonze el capetanio Imbaldo di francesi, et missier Dionisio lì, e cazò i nimici fino dentro di la Piera, che si presto havesseno hauto seguito, intravano con lhoro dentro. Fonno recuperate le artellarie, excepto un falconeto, et fo inchiodato una colobrina. E il provedador Emo non voleva le fosseno mosse, ma questa matina si andasse driedo bombardando, et missier Dionisio se offerse voler vardar, et se haveria lassato etiam 200 homeni d'arme; ma non parse a li illustri capetanij, et le volseno retirar. Et quella matina mezo el campo era in fuga, et assai mandavano via i cariazi, e li provedadori mandono a farli ritornar; e stano cussì senza bombardar, ni nui ni lhoro, et non sa quello seguirà. E eri sera fonno amazati più di 100 de li inimici et ancora alguni di nostri.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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