Et si ave letere dil consolo di Trapano, di l'armar si feva nave e galie a' danni nostri; adeo le galie di Fiandra vien, et le galie di Barbaria vanno, è im pericolo. Or fo 7 parte: chi volea armar qua, chi mandar di le galie è fuora in Ponente, e lassar le cosse di Cataro. Fo varie disputation: parlò sier Hironimo Capello, savio a terra ferma, sier Antonio Trun, procurator, savio dil consejo; et sier Marco Bolani, consier, messe indusiar a luni, e si consultasse meglio. Et andò le parte tutte: lì savij aveno poche balote, sier Piero Duodo et quella di sier Alvise Capello, savio ai ordeni, ebeno [585] più balote, et di l'indusia 110. Fo comandà gran credenza etc.
[1508 07 16]A dì 16, domenega. Da matina il signor Bortolo Liviano fo in colegio. Aricordò molte cosse, e far un porto a Trieste, et la custodia si dia tenir, e dove. Item, che il colateral, si ha a far, sia homo degno, perchè l'importa assa' e pol sparagnar assa' danari a la Signoria. Item, dimandò la gratia di sier Piero Querini, bandito per morte di homo, absente, incolpato, per aversi ben portato in queste imprese. Et il principe disse, non si poteva far per colegio; si vederia la suplication. Disse staria 2 zorni qui, a veder l'artilarie e l'arsenal.
Da poi disnar fo gran consejo. Et fu posto, per il serenissimo principe, consieri e cai di 40, di far zenthilomo dil mazor consejo il signor Bortolo Liviano, governador zeneral di le zente d'arme nostre, et soi heriedi e descendenti im perpetuo, ut in parte; la qual sarà copiada qui avanti.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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