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      Et dita condanason la matina sequente fu publicà in Rialto.
     
      [1508 07 21]A dì 21. La matina fo publicà su le scale di Rialto, oltra la condanason fata nel consejo di X di sier Texeo Bolani, etiam certa parte presa e termination di cai di X, che niun soldato, o sia cui esser si voglia, debbi portar arme, sub pene grandissime. [589] Et questo fu fato, perchè erano in la terra, per esser compita la guerra, assaissimi soldati, che portavano arme. Et acadete eri che Stefano Moneta, fo contestabele nostro e preson di todeschi, in marzaria amazò uno altro contestabele nostro, Piero Scutarin, per inimicitia vechia etc.
     
      Da poi disnar fo colegio di la Signoria e savij. Et fo letere di Roma, come il papa havia fato cerchar tutte le cruciate de li tempi passati etc., ut in litteris; il sumario scriverò poi.
     
      Noto, che il fontego di todeschi, fabrichato, era a bon termine. La cura dil qual, primo sier Piero Lando, poi sier Marco Tiepolo, ultimo sier Alvise Sanudo, provedadori al sal, per il consejo di X l'à auta. Et havendo tutti li provedadori stati, maxime li passati, fato meter le soe arme di marmoro soto San Marco su la porta dil ditto fontego, et de praesenti sopra l'oficio dentro, parse a sier Marco Antonio Loredan, cao di X, con li compagni, sier Nicolò di Prioli, sier Alvise Emo, atento è certa parte vechia non si pol meter arme, di farle levar via; et cussì mandono comandamento al sal, fusseno statim levate. Et ita factum fuit, et perhò ne ho voluto far memoria.
     
      [1508 07 22]A dì 22. Fo gran consejo.


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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1882 pagine 1294

   





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