Come era stato da lui, qual era in leto risentito, il signor Bortolo d'Alviano, va a Goricia, Trieste e Fiume a soraveder.
Di Roma, di l'orator Badoer, di X. Come, havendo inteso a Parma la morte dil Brevio, episcopo cenetense, fo dal papa, a pregar soa santità non facesse eletion alcuna. Disse averlo dato a uno venitian benemerito, domino Marin Grimani, di sier Hironimo, nepote dil reverendissimo cardinal, e tegneva la Signoria saria contentissima. Item, il papa vol levar Santa †, legato di Elemagna, come el dice; et aspeta monsignor cardinal di Chiaramonte, che ritorna di Franza. Et altre occorentie, ut in litteris.
Di Milam, dil secretario. Come à visità il gran maistro, sta mejo et si partirà per Franza subito. Missier Zuan Jacomo, è a Vegevene, aspeta risposta di la sua scusa di Franza, per non vi andar, et crede aver la gratia dal re. Di Elemagna, come il re di romani fa certa dieta a Spiera, e omnino vol venir in Italia.
Fu posto, per sier Piero Zen, sier Michiel di Prioli, sier Nicoḷ Venier, sora il cotimo di Damasco, certa parte di tajar quello à fato sier Tomà Contarini, consolo a Damasco, in serar cotimo, atento cotimo di Alexandria è inganato etc., ut in parte. Contradise sier Antonio Pixani, è di pregadi; li rispose sier Piero Zen. Anḍ la parte, e fo persa, et preso di no.
Fu posto, per sier Hironimo Capello et sier Alvise di Prioli, savij a terra ferma, certa parte, che de caetero si habi a meter su tutti li incanti di le galie, videlicet dil modo far lavorar le galie, sia li patroni etc., ut in parte.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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