[1508 10 19]A dì 19. Fo pregadi. Et steteno fino horre 3 di note.
Di Franza, di l'orator, di Roan. Come l'orator era stato dal re, qual era butà in leto per le gote, e la raina con soa majestà. Et coloquij abuti; et la risposta dil re zercha queste cosse alemane. Item, à mandà per monsignor di la Marcha, ch'è in ajuto dil ducha di Geler con zente, per parlarli; qual è poco lontan di lì. Le pratiche di l'acordo seguitano; il re non teme il re di romani, e dice Geler non patirà alcun danno; sì che si 'l vorà guerra, la troverà.
Di Milam, dil secretario. 0 da conto.
Di Ferara, dil vicedomino. Dil zonzer dil ducha lì, a dì ..., venuto di Roma; è stà a visitarlo. Item, a Bologna è stà pichato uno citadino, nominato Felixe ..., el qual do volte caschò con la corda dil lazo e scapolava, a la 3.a il boja lo apichoe e morì; adeo commosse tutta Bologna. E questo è stà, perchè era da la parte di Bentivoy. Item, alcuni Ariosti e stà mandati a Roma.
[652] Fu posto, per li savij, donar braza 20 di veludo paonazo a l'orator hongarico è qui, domino Filippo More, el qual ritorna; et fu presa. E nota, per il consejo di X è stà datoli ducati 12 milia, zoè panni di seda et altro e contadi, e fato la dita per la Signoria nostra.
Poi fu posto certa materia secretissima e sacramentà il consejo. Et fo gran disputation, come spero se intenderà poi. Tandem quelli di pregadi non volseno dir nulla, solum che la matina sequente se intenderia. Et cussì se intese, come per la Signoria nostra era stà preso im pregadi di tuor per l'anno di rispeto ancora lo illustrissimo conte di Pitiano, capetanio zeneral nostro di terra.
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I Diarii
Tomo VII
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1882
pagine 1294 |
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