Et fu presa.
     
      Fu posto, per li savij, atento li bisogni presenti, che li zudei pagaseno ducati 15 milia, videlicet 5000 al mexe, comenzando 5000 per tutto questo mexe, a li governadori di l'intrade; e non pagando, pagino con pena. Presa.
     
      [1509 01 06]A dì 6, fo il zorno di la Epifania. Il principe fo in chiesia, de more, con li oratori, Franza et Ferara, e il signor Bortolo d'Alviano et il primocierio.
     
      Da poi disnar fo colegio di savij.
     
      [1509 01 07]A dì 7. In colegio vene sier Antonio Bon, venuto podestà di Chioza, zoè varito, et referite.
     
      [714] Da poi disnar fo gran consejo. Vene il signor Bortolo, qual era andato a parlar al principe, et andò a capello, per esser zenthilomo nostro; e tochò nel primo, per ventura, balota d'oro, ma nel secondo fallì, et intrò il conte Vetor di Martinengo, era con lui.
     
      [1509 01 08]A dì 8. Da poi disnar fo pregadi. Et leto le infrascripte letere:
     
      Da Milan, dil secretario. Come missier Zuan Jacomo è pur lì; si aspeta la resolution di queste cosse. Il cardinal non è tornà.
     
      Da Riva, di sier Zuan Antonio di Renier, provedador. Come a Trento si dice molte zanze et minaze; e si fa diete di quelli dil conta' di Tirol, et preparation di cosse beliche, ut in litteris.
     
      Fu fato scurtinio di capetanio di le galie bastarde. Et rimase sier Zuan Moro, quondam sier Antonio, fo capetanio dil lago di Garda, qual è ai X oficij, di balote 22, di sier Zacaria Loredan, fo capetanio di le galie bastarde, quondam sier Luca, per aversi ben portà in el lago.
     
      Fu posto, per i savij, dar a la mojer fo dil conte Xarco, catarin, qual è di Poliza, provision ducati 6 al mexe in vita, a page 8 a l'anno, a la camera di Sibinico, per i benemeriti dil quondam suo marito, morto in Dalmatia a' servicij nostri.