Ma morto opportunamente Giulio et essendo creato Leone, con la sua desterità in brevissimo tempo riconciliò li cardinali et il regno di Francia insieme, sí che fu con mirabile celerità e facilità estinto un fuoco che pareva dovesse arder la Chiesa.
[Nel tempo di Leone X]
Leon X, come quello ch'era nobilmente nato et educato, portò molte buone arti nel pontificato; fra quali erano una buona erudizione singolare nelle buone lettere di umanità, bontà e dolcezza di trattare maravigliosa, con una piacevolezza piú che umana, insieme con somma liberalità et inclinazione grande a favoriti letterati e virtuosi, che da longo tempo non s'erano vedute in quella sede né uguali, né prossime alle sue. E sarebbe stato un perfetto pontefice, se con queste avesse congionto qualche cognizione delle cose della religione et alquanto piú d'inclinazione alla pietà: dell'una e dell'altra delle quali non mostrava aver gran cura. E sí come era liberalissimo e ben intendente dell'arte del donare, cosí in quella dell'acquistare non era sufficiente da sé, ma si serviva dell'opera di Lorenzo Pucci, cardinal di Santi Quattro, il qual in questa parte valeva assai.
Ritrovandosi adunque Leone in questo stato quieto, estinto in tutto e per tutto il schisma, senza alcun avversario, si può dire, (poiché quei pochi valdesi e calistini non erano in considerazione), liberale nello spendere e donare, cosí a parenti, come a corteggiani et alli professori di lettere, essausti gli altri fonti donde la corte romana suole tirar a sé le ricchezze dell'altre regioni, pensò valersi di quello delle indulgenze.
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