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      E qui recita 42 articoli che sono nelle materie del peccato originale, della penitenza e remissione de' peccati, della communione, delle indulgenze, della scommunica, della podestà del papa, dell'autorità de' concilii, delle buone opere, del libero arbitrio, del purgatorio, e della mendicità; i quali dice che respettivamente sono pestiferi, perniziosi, scandalosi, con offesa delle pie orecchie, contra la carità, contra la riverenza dovuta alla romana Chiesa, contra l'obedienza, che è nervo della disciplina ecclesiastica; per la quale causa, volendo procedere alla condannazione, ne ha fatto diligente essaminazione con gli cardinali e generali degli ordini regolari, con altri teologi e dottori dell'una e l'altra legge, e per tanto gli condanna e reproba respettivamente come eretici, scandalosi, falsi, in offesa delle pie orecchie et inganno delle pie menti e contrarii alla verità catolica, proibisce sotto pena di scommunica e d'innumerabili altre pene che nissuno ardisca tenerli, defenderli, predicarli o favorirli. E perché le medesime asserzioni si ritrovano nelli libri di Martino, però li danna, commandando sotto l'istesse pene che nissuno possa legerli o tenerli, ma debbiano esser abbrucciati cosí quelli che contengono le proposizioni predette, come qualunque altri. Quanto alla persona di esso Martino, dice che l'ha ammonito piú volte, citato e chiamato con promessa di salvocondotto e viatico, e che se fosse andato, non averebbe trovato tanti falli nella corte come diceva, e che esso pontefice gli averebbe insegnato che mai i papi suoi predecessori hanno errato nelle constituzioni loro.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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