Onde li pregava per l'essecuzione della sentenza e dell'editto inanzi che la dieta si finisse; e se la Germania era in alcun conto gravata dalla corte romana, la Sede apostolica sarebbe pronta di sollevarla, e se vi fossero discordie tra gli ecclesiastici et i prencipi secolari, il pontefice le componerebbe et estinguerebbe. Quanto alle annate, altro non diceva per allora, poiché opportunamente Sua Santità avrebbe dato risposta. Ma quanto alla domanda del concilio, replicò che sperava non dover dispiacer a Sua Santità se l'avessero domandato con parole piú convenienti e però ricercava che fossero levate tutte quelle che potessero dar qualche ombra alla Beatitudine Sua: come quelle parole che il concilio fosse convocato col consenso della Maestà Cesarea, e quelle altre che il concilio fosse celebrato piú in una città che in un'altra, perché, se non si levavano, pareva che volessero legar le mani alla Santità Sua, cosa che non averebbe fatto buon effetto. Quanto a predicatori, ricercò che si osservasse il decreto del pontefice che per l'avvenire nissuno potesse predicar, se la dottrina sua non fosse essaminata dal vescovo. Quanto agli stampatori e divulgatori de' libri, replicò che in nissun modo gli piaceva la risposta; che dovessero esseguir la sentenza del papa e dell'imperatore, che i libri si abbrugiassero e fossero puniti i divulgatori d'essi, instando et avvertendo che in questo stava il tutto. E quanto ai libri da stamparsi, si dovesse servare il moderno concilio lateranense.
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