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      Ma quanto ai preti maritati, la risposta non gli sarebbe dispiaciuta, s'ella non avesse avuto un aculeo alla coda, mentre si diceva che, se commetteranno qualche sceleratezza, saranno puniti dai prencipi o potestà. Perché questo sarebbe contra la libertà ecclesiastica, e si metterebbe la falce nel campo d'altri, e si toccarebbono quelli che sono riservati a Cristo. Conciosiacosa che non dovevano i prencipi presumer di creder che per l'apostasia si divolvessero alla loro giurisdizzione, né potessero esser castigati da loro degli altri delitti; imperoché restando in loro il carattere e l'ordine, sono sempre sotto la potestà della Chiesa; né possono far altro i prencipi che denonciarli a loro vescovi e superiori, che li castighino. Concludendo in fine, ricercarli ad aver sopra le suddette cose piú matura deliberazione e dar risposta megliore, piú chiara, piú sana e meglio consultata.
      Nella dieta non fu gratamente veduta la replica del noncio, e communemente tra quei prencipi si diceva il noncio aver una misura del bene e del male per sola rilazione all'utilità della corte e non alla necessità della Germania; la conservazione dell'unità catolica dover maggiormente muovere a far il bene, facile da essequire, che a sopportar il male, difficile a tolerare. E nondimeno il noncio ricercava che la Germania sopportasse pazientissimamente le oppressioni inferitegli dalla corte romana, non volendo essa piegarsi pur un poco al bene, anzi piú tosto a desister dal male, se non colle sole promesse.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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