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      Onde pareva che l'editto, in luogo d'estinguer il fuogo delle controversie, l'accendesse maggiormente, e restava nelle pie menti il desiderio del concilio libero, al quale pareva che ambe le parti si sottomettessero, sperandosi che per quello dovesse seguir la liberazione da tanti mali.
     
     
      [Clemente VII, eletto papa, prende via diversa da quella di Adriano]
     
      Dopo la morte di Adriano fu creato successore Giulio de' Medici, cugino di papa Leone, e fu chiamato Clemente VII, il quale di subito applicò l'animo alle cose di Germania; e come quello ch'era molto versato nella cognizione de' maneggi, vedeva chiaramente che papa Adriano, contra lo stile sempre usato da savi pontefici, era stato troppo facile cosí in confessar i difetti della corte, come in prometter la riformazione, e troppo abietto in aver domandato alli germani consiglio, come si potesse proveder alle contenzioni di quel regno. Perché con questo egli si aveva tirato adosso la domanda del concilio, che molto importava, massime con la condizione di celebrarlo in Germania, et aveva dato troppo animo a prencipi, onde avevano avuto ardire non solo di mandarli, ma di metter ancor in stampa i 100 gravami, scrittura ignominiosa per l'ordine ecclesiastico di Germania, ma molto piú per la corte romana. E ben pensate tutte le cose, venne in risoluzione che fosse necessario dar qualche sodisfazzione alla Germania, in maniera tale, però, che non fosse posta in pericolo l'autorità sua, né levati i commodi alla corte. Considerò che nelli 100 gravami, se ben molti risguardavano la corte, la maggior parte però toccavano a vescovi, officiali, curati et altri preti di Germania.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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