Mandò ancora Pietro Paulo Vergerio noncio al re Ferdinando, dandogli instruzzione di operare con lui che nella dieta non si disputasse, né si deliberasse cosa alcuna della religione, né meno si risolvesse di far concilio in Germania a questo effetto, e per aver questo prencipe favorevole, il quale, come fratello di Cesare e che era stato tanti anni in Germania, pensava che dovesse poter molto, gli concesse di poter cavar una contribuzione dal clero di Germania per la guerra contra i turchi e di potersi anco valere delli ori et argenti deputati ad ornamento delle chiese.
Alla dieta arrivarono quasi tutti i prencipi inanzi Cesare, il qual vi gionse a' 13 di giugno, vigilia della festa del Corpus Domini, et intervenne alla processione il giorno seguente, non avendo però potuto ottenere che i prencipi protestanti si contentassero d'esser presenti, la qual cosa essendo sentita con estremo dispiacere dal legato per il pregiudicio fatto al pontefice con quella (diceva egli) contumacia, per superar questo passo e far intervenire alle ceremonie della Chiesa romana i protestanti, fu autore che Cesare, 8 giorni doppo, dovendosi dar principio alla radunanza, ordinò all'elettore di Sassonia che portasse la spada inanzi, secondo il suo ufficio, nell'andar e star alla messa. All'elettore pareva di contravenir alla professione sua se condescendeva, e di perder la dignità sua ricusando, avendo presentito che sopra la sua repugnanza Cesare era per dar l'onore ad un altro. Ma fu consegliato da' suoi teologi, discepoli di Lutero, che senza alcun'offesa della sua conscienzia poteva farlo, intervenendo come ad una ceremonia civile, non come a religiosa, con l'essempio del profeta Eliseo, il qual non ebbe per inconveniente che il capitano della milizia di Soria, convertito alla vera religione, s'inclinasse nel tempio dell'idolo quando s'inclinava il re, appoggiato sopra il suo braccio.
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