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      I cardinali ancora parlavano nell'istesso tenore, sempre però interponendo qualche ragione a mostrare che 'l concilio non era necessario, stante la determinazione di Leone, la qual essequendo, tutto sarebbe rimediato: e chi ricusa di rimettersi alla determinazione del papa, massime seguita col conseglio de' cardinali, maggiormente sprezzarà ogni decreto conciliare. Vedersi chiaro che i protestanti non chiamano concilio, se non per interpor tempo all'essecuzione dell'editto di Vormazia: perché sanno bene che il concilio non potrà far altro che approvare quello che Leone ha terminato, se non vorrà esser conciliabolo, come tutti quelli che si sono scostati dalla dottrina et ubedienzia pontificia.
      L'ambasciator cesareo, per trovar temperamento, ebbe molti congressi col pontefice e con due cardinali, da quello sopra ciò deputati. Considerò che non l'Italia, né la Francia, né la Spagna avevano il bisogno di concilio, né lo ricchiedevano; però non era in proposito metter in conto i loro rispetti; che per medicar i mali di Germania era ricercato, a' quali dovendo esser proporzionato, conveniva eleger luogo dove tutta quella nazione potesse intervenire; che quanto alle altre, bastavano i soggetti principali, poiché di quelle non si trattava; che le città proposte erano dotate di ottime qualità, ma lontane da Germania, e quantonque la fede di Sua Santità dovesse assicurar ogni uno, però i protestanti esser insospettiti per diverse ragioni, e vecchie e nuove, tra quali riputavano la minima che Leone X, suo cugino, già gli aveva condannati e dichiarati eretici.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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