Pregar Cesare che voglia operarsi che il tutto passi legitimamente. Tutti i popoli esser attenti e star in speranza del concilio e domandarlo con voti e preghiere, che si volterebbono in gran mestizia e crucio di mente, quando questa aspettazione fosse delusa con dar concilio sí, ma non quale è desiderato e promesso. Non esser da dubitare che tutti gli ordini dell'Imperio e gl'altri re e prencipi ancora non siano del medesimo parer di rifiutare quei lacci e legami con che il pontefice pensa di stringerli in un nuovo concilio; all'arbitrio del quale se sarà permesso maneggiar le cose, rimetteranno il tutto a Dio e pensaranno a quello che doveranno fare. E con tutto ciò, se fossero citati con sicurezza certa e legitima, quando vedessero di poter operare alcuna cosa in servigio divino, non tralasciarebbono di comparire, con condizione però di non consentire alle dimande del pontefice né a concilio non conforme a' decreti delle diete imperiali. In fine pregavano Cesare di non ricevere la loro risoluzione in sinistra parte et operare che non sia confermata la potenza di quelli che già molti anni incrudeliscono contra gli innocenti.
Deliberarono i protestanti non solo di mandare la risposta al papa et a Cesare, ma di stamparla ancora, insieme con la proposizione del noncio, la quale dal medesimo pontefice fu giudicata imprudente e troppo scoperta. Perilché, sotto colore che fosse vecchio et impotente a sostener il carico, lo ricchiamò e scrisse al Vergerio, noncio al re Ferdinando, che dovesse ricever quel carico con la medesima instruzzione, avvertendo ben d'aver sempre a mente di non si partire in conto alcuno dalla sua volontà, né ascoltar alcuno temperamento, ancoraché il re lo ricercasse, accioché imprudentemente non lo gettasse in qualche angustia et in necessità di venir all'atto di concilio, il qual non era utile per la Chiesa, né per la Sede apostolica.
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