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      Fu l'accidente di grand'importanza e di maggiore consequenza; quale per narrare distintamente, bisogna comminciare dalle prime cause donde ebbe origine.
      Era maritata al re Enrico VIII d'Inghilterra Catarina, infante di Spagna, sorella della madre di Carlo imperatore. Questa era stata in primo matrimonio moglie di Arturo, prencipe di Gales, fratello maggiore di Enrico; doppo la morte del quale con dispensa di papa Giulio II, il padre loro la diede in matrimonio ad Enrico VIII, rimasto successore. Questa regina molte volte era stata gravida, e sempre aveva partorito overo aborto, overo creatura di breve vita, se non una sola figliuola. Enrico, o per ira conceputa contra l'imperatore, o per desiderio di figliuoli, o per qual causa si sia, si lasciò entrare nella mente scrupulo che il matrimonio non fosse valido, e conferito questo con i suoi vescovi, si separò da se stesso dal congresso della moglie. I vescovi fecero ufficio con la regina che si contentasse di divorzio, dicendo che la dispensa pontificia non era valida, né vera. La regina non volse dar orrecchie; anzi di questo ebbe ricorso al papa, al quale il re ancora mandò a ricchiedere il repudio. Il papa, che si ritrovava ancora ritirato in Orvieto e sperava buone condizioni per le cose sue, se da Francia et Inghilterra fossero continuati i favori che tuttavia gli prestavano col molestar l'imperatore nel regno di Napoli, mandò in Inghilterra il cardinal Campeggio, delegando a lui et al cardinal Eboracense insieme la causa.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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