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      Che sanno benissimo esser degli uomini dotti e pii nelle altre nazioni; ma sono anco certi insieme che, se la immoderata potenza del pontefice sarà regolata, non solo i loro teologi, ma molti altri che al presente, essendo oppressi, stanno nascosti, s'affaticheranno per la riforma della Chiesa. Che non vogliono disputare del sito et opportunità della città di Mantova, ma ben dire che, essendo la guerra in Italia, non possono esser senza sospetto. Del duca di quella città bastar dire che egli ha un fratello cardinale de' primi della corte. Che in
      Germania sono molte città non meno commode che Mantova, dove fiorisce l'equità e la giustizia; et in Germania non sono noti et usitati quei occulti consegli e clandestini modi di levare gli uomini di vita, come in alcuni altri luoghi. Nelli antichi concilii essere stata sempre cercata principalmente la sicurità del luogo, la qual però, quantonque Cesare fosse in persona al concilio, non sarà sufficiente, sapendosi che i pontefici gli concedono ben luogo nelle consultazioni, ma la potestà del determinare la riservano a sé soli. Esser noto quello che avvenne a Sigismondo Cesare nel concilio di Costanza, il salvocondotto del quale fu violato dal concilio et egli costretto a ricever un tanto affronto. Perilché pregavano Cesare a considerare quanto queste raggioni importassero.
      Era comparso nella medesima dieta il vescovo d'Ais mandato dal pontefice per invitargli al concilio; ma non fece frutto, et alcuni anco de' prencipi ricusarono d'ascoltarlo; e per far note al mondo le loro raggioni, publicarono e mandarono una scrittura in stampa, dove principalmente si sforzavano di responder a quella obiezzione, che essi non volessero sottomettersi a nissun giudice, che sprezzassero le altre nazioni, che fugissero il supremo tribunal della Chiesa, che avessero rinovate l'eresie altre volte condannate, che abbiano caro le discordie civili, che le cose da loro riprese de' costumi della corte romana siano leggieri e tolerabili.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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