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      Cesare communicò il tutto col legato e fece instanzia che si dovesse riformare lo stato ecclesiastico. Il legato considerate tutte le cose, diede una risposta in scritto, non meno chiara degli antichi oracoli, in questa forma, cioè: che avendo visto il libro presentato all'imperatore e le cose scritte dalli deputati del colloquio, cosí concordamente con le apostille dell'una e dell'altra parte, come anco le eccezzioni de' protestanti, gli pareva che, essendo li protestanti differenti in alcuni articoli dal commun consenso della Chiesa, ne' quali però non disperava che con l'aiuto di Dio non fossero per consentire, non si dovesse ordinar altro circa il rimanente, ma rimettere al sommo pontefice et alla Sede apostolica; il quale, o nel concilio generale che presto si farà, o in altro modo, se bisognerà, potrà deffinirle secondo la verità catolica, e determinare, avuto risguardo a' tempi et a quello che fosse espediente per la republica cristiana e per la Germania.
      Ma quanto alla riforma dello stato ecclesiastico, si offerí prontissimo, et a questo fine congregò in casa sua tutti i vescovi e fece loro una longhissima essortazione. Prima, quanto al modo del vivere, che si guardassero da ogni scandalo et apparenzia di lusso, avarizia, overo ambizione; quanto alla famiglia loro, sapessero che da quella il popolo fa congiettura de' costumi del vescovo; che per custodir il loro grege dimorassero ne' luoghi piú abitati della diocese e nelli altri luoghi avessero fedeli esploratori, visitassero le diocesi, conferissero i beneficii a uomini da bene et idonei, dispensassero le rendite episcopali ne' bisogni de' poveri, fuggendo non solo il lusso, ma il soverchio splendore; provedessero de predicatori pii e dotti e discreti e non contenziosi; procurassero che la gioventú fosse ben instituita, vedendosi che i protestanti per questo tirano a sé tutta la nobiltà. Ridusse in scritto questa orazione e la diede a Cesare, a' vescovi et a' prencipi; il che fu occasione a' protestanti di tassare insieme la risposta data a Cesare e l'essortazione fatta a' prelati: allegando per causa del motivo loro che, essendo publicato il scritto, parerebbe, dissimulando, che l'approvassero.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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